Storia della Collezione
Il Museo espone tutte opere archeologiche provenienti dal territorio di Velletri e zone limitrofe. Vanto della raccolta è senza dubbio il Sarcofago delle Fatiche di Ercole, noto anche alla letteratura archeologica internazionale con il nome di Sarcofago di Velletri. Sicuramente tra le opere più significative dell’arte romana, questo monumentale sarcofago, del II sec. d.C., è divenuto ormai, l’emblema del patrimonio archeologico della Città di Velletri.
La raccolta è costituita preminentemente da: materiali lapidei (cippi, sculture, urne funerarie, epigrafi) e materiali fittili (lastre architettoniche, votivi, instrumentum domesticum) che vanno dal periodo preistorico a quello altomedievale.
Tra le opere più rilevanti, oltre al già citato sarcofago romano, meritano particolare menzione: la Lastra dell’Orante, una lastra sepolcrale cristiana di IV secolo d.C. con scene dal Vecchio e Nuovo Testamento, e le cosiddette Terrecotte Volsche, lastre fittili di rivestimento rinvenute nel 1910 nell’area delle S.S. Stimmate.
Il primo nucleo collezionistico del museo proviene dalla località “Fosso del Metabo” e risale agli anni 1881. Di anno in anno, la collezione si arricchì in seguito a vari ritrovamenti, donazioni e acquisti da parte del Comune e, nel 1920, sotto la direzione dell’Ing. Oreste Nardini, Ispettore Onorario ai Monumenti e agli Scavi di Velletri, il museo venne inaugurato e si trasformò presto in una realtà viva, in costante crescita. L’ultima guerra causò gravi perdite e danneggiamenti anche alla collezione, che riacquistò importanza e prestigio solo nel 1955, grazie al ritrovamento dello straordinario sarcofago in marmo pario del II secolo d. C. con la raffigurazione delle fatiche di Ercole. Nel 1980 la Soprintendenza Archeologica per il Lazio recuperò a Velletri, in località “Civitana”, un altro grande sarcofago romano della seconda metà del III sec. d.C., oggi esposto al Museo nella Sala Sarcofagi.
Ancora una volta donazioni e nuove acquisizioni arricchiscono nel 2003 le raccolte. Estremamente interessante per la storia del territorio è la donazione Pellegrini, un nucleo di centosettanta frammenti di lastre “Campana” provenienti dalla località di Madonna degli Angeli, dove la tradizione colloca la Villa degli Ottavi in cui il futuro imperatore Cesare Ottaviano Augusto trascorse l’infanzia.